Storia, arte e natura si fondono e, dal 1499 ad oggi, tornano a rivivere nella Vigna di Leonardo da Vinci, nel cuore di Milano, dove Confagricoltura nazionale ha scelto ChialvaMenta per rappresentare l’eccellenza produttiva italiana nel settore Menta piperita e Piante Officinali all’evento Coltiviamo Cultura.
La prestigiosa Casa degli Atellani è stata cornice nazionale ed internazionale unica per questa splendida serata milanese fuori Expo. Qui, fra i filari della vigna che Leonardo da Vinci ricevette in dono da Ludovico Maria Sforza mentre dipingeva il Cenacolo, opera distante solo poche decine di metri, si scopre un intreccio di esperienze musicali e performance che unisce i fili della storia, dell’arte e del gusto. Ogni angolo della Casa diventa luogo di incontro, esibizioni live di giovani artisti di talento accompagnano le speciali degustazioni scelte per celebrare al meglio la creatività del nostro Paese.
La valorizzazione dello stile italiano, che unisce arte, cultura e agricoltura ai massimi livelli, è alla base di eventi, cene, incontri, degustazioni ChialvaMenta, che animano la città durante tutta la durata dell’Esposizione Universale.
Con il messaggio Coltiviamo Capolavori, Confagricoltura nazionale sceglie le migliori realtà imprenditoriali dei differenti comparti, che rappresentano un settore vitale e fondamentale per il Paese, non solo per il suo contributo economico, ma anche per quello culturale, sociale e turistico. I prodotti della terra sono vere e proprie opere d’arte, create abilmente dalle mani degli imprenditori agricoltori.
La Casa degli Atellani, antico palazzo quattrocentesco, e la Vigna di Leonardo sono i luoghi ideali per far conoscere ai visitatori di Expo quelli che Confagricoltura nazionale definisce come veri ‘Capolavori’ – ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi – frutto dell’ingegno, dell’inventiva e della laboriosità che hanno reso famoso il nostro Paese nel mondo e che nel grande genio di Leonardo da Vinci hanno trovato l’apice della loro espressione. Una filosofia che sarà l’eredità che Confagricoltura porterà con sé dopo Expo – ha concluso il presidente Guidi – perché l’Esposizione avrà avuto successo se sarà stata in grado di trasmettere al mondo una nuova concezione di agricoltura, patrimonio di valori e tradizioni, ma fortemente orientata all’innovazione. Un’agricoltura che può e deve avere un ruolo centrale nell’economia mondiale. Per “nutrire” il Pianeta, non solo da un punto di vista alimentare, ma anche culturale.